E la collera gli diede una tale energia da farlo volare proprio come le altre. Probabilmente non avrebbe potuto resistere a lungo, ma per fortuna il sole calava, e non appena fu tramontato le oche scesero in picchiata, e prima di rendersene conto il ragazzo e il papero si ritrovarono sulle rive del lago Vomb.
Aveva fame, tutto il giorno non aveva mangiato niente, ma dove trovare del cibo? E dunque, come sostentarsi? E chi gli avrebbe dato da dormire? Chi gli avrebbe rifatto il letto? Chi gli avrebbe fatto posto accanto al fuoco? Il sole adesso era scomparso, e dal lago saliva un alito gelido. Le tenebre calavano dal cielo, lo spavento strisciava sulle orme della notte, nella foresta si udivano passi furtivi e fruscii.
Si sentiva felice del dono, anche se ritenne dapprima impossibile mangiare il pesce crudo. E non camminavano: correvano. Ma a sgomentarlo soprattutto furono le zampe: erano grandi, con la pianta logora e squamata. Chiaramente le oche selvatiche non stavano mai ferme.
Avevano un bel piumaggio, ma dalle zampe si capiva che erano povere vagabonde, abitatrici di luoghi deserti. Ma forse te la cavi meglio col nuoto, eh? Ti va? Mai visto un essere simile. Le piume erano rade, le scapole risaltavano sotto il collo magro. Con aria altera disse al papero: — Sappi che io sono Akka di Kebnekajse. Non pensare dunque che noi siamo vagabonde pronte ad accogliere chiunque tra noi, e tieni presente che non condividiamo il nostro giaciglio con chi non vuol dire da quale famiglia discenda.
A queste parole, il ragazzo fece arditamente un passo avanti. Fino a ieri ero un essere umano, ma questa mattina Potremmo forse lasciare questo poverino alle prese con volpi e donnole?
Ma se tu rispondi di lui, papero, che resti pure. Nils era desolato che il suo viaggio in Lapponia andasse in fumo, e poi temeva la notte. Corse immediatamente sul ghiaccio. Posala subito, altrimenti ti riempio di botte e lo vado a dire al tuo padrone! Smirre, resosi conto di essere stato scambiato per un cane che ha paura delle bastonate, si mise a ridere tanto che per poco non si fece sfuggire la preda.
Era un predone temuto, lui, non cacciava topi e ratti nei campi ma penetrava nelle fattorie per rubarvi polli e oche. Ma non ce la faceva a trattenere Smirre, che se lo trascinava dietro in un turbinio di foglie secche. Guarda che ti sbagli — rispose Nils ringalluzzito dal suo successo. Continuava a stringere la coda del volpone, e questo si girava su se stesso per ghermirlo, ma anche la coda girava, e con essa Nils.
Era la tredicesima. Pollicino era scomparso! Purtroppo per lui, non aveva calcolato bene la distanza, e il volatile scomparve. Seguirono una seconda, una terza, una quarta, una quinta oca, e via via tutte le altre, comprese quella tutta grigia e la bianca, sempre volando basse e lente, come per invitare la volpe a saltare.
Ma gli sforzi di Smirre erano vani. Le oche selvatiche continuavano a passargli e ripassargli sulla testa, ed erano belle grasse, ben nutrite sui campi e le lande di Germania, e Smirre le toccava quasi, ma non riusciva a cavarsi la fame. Aveva trascorso un duro, lungo inverno, ma lo smacco era ben peggiore della fame dei mesi passati. Eppure era sempre riuscito a rintanarsi al sicuro, sfuggendo alla caccia.
Ma la paura provata in quelle occasioni era nulla a confronto del disappunto che provava a ogni balzo a vuoto. Ma verso sera il pelo era arruffato, gli occhi smorti, la lingua penzolante dalle labbra schiumanti. Nella casetta, che era munita di finestrini e uscioli e che doveva servire da sala da pranzo e camera da letto, prepararono un giaciglio di foglie, misero una ciotola di latte e un pugno di nocciole.
La ruota doveva fungere da stanza da giochi della bestiola. Quelli della masseria si meravigliarono che lo scoiattolo non si mostrasse soddisfatto della nuova dimora.
La bestiola si era rifugiata tutta triste in un angolo, ignorando il cilindro. Se ne accorgeva anche lei, ma non se la sentiva di venir messa da parte. Troppo triste per andarsene a letto, si sedette alla finestra guardando fuori. Su questo era appesa la gabbia con lo scoiattolo, che correva di continuo dalla casetta alla ruota, dalla ruota alla casetta.
Che fosse la luce a impedirgli di dormire? A un certo punto, la nonna scorse un ometto alto una spanna, con calzoni di cuoio e zoccoli ai piedi, che avanzava a passi prudenti sotto la volta. Doveva essere il coboldo che, a quanto si diceva, abitava nella masseria, e la vecchia non ne ebbe paura; sapeva anzi che i coboldi portano fortuna. Ma la vecchia era tranquilla: sapeva che i ragazzi della masseria vi avevano messo un lucchetto per paura che i vicini rubassero lo scoiattolo.
Il coboldo non riusciva ad aprire la porticina, e la vecchia vide lo scoiattolo salire sul cilindro. Tra le mani aveva qualcosa che la nonna non riusciva a distinguere. Arrivato alla gabbia, ruppe il vetro della finestrina con uno zoccolo e tese alla scoiattolina quel che aveva nella destra.
Rimase immobile per non spaventare il coboldo. Questi stava per posare a terra uno degli scoiattolini, quando vide brillare vicinissimi i verdi occhi del gatto. Consiste di un unico corpo tutto in pietra, tanto alto che lo si vede a distanza di molte miglia. Le scale e i corridoi sono angusti, le stanze piccole e basse. Una coppia di cicogne aveva fatto il nido sul tetto, tornandovi ogni estate. I ratti non sono tenuti in buona considerazione dagli altri animali, ma quelli di Glimminge facevano eccezione.
Appartenevano a una razza di roditori un tempo numerosa e potente ma ormai in via di estinzione. Solo a Glimminge se ne trovavano ancora in buon numero. A vincerli era stata una popolazione della loro stessa specie, i ratti grigi. E i neri avevano ceduto passo passo, erano stati ridotti alla fame, erano stati scacciati e sterminati nella Scania, restava loro soltanto Casa Glimminge.
Akka e le sue compagne erano molto contente della notizia. Comunque, ne riparleremo dopo. Adesso dobbiamo procurarci da mangiare.
Akka diede il segnale della partenza, e anche questa volta condusse i suoi seguaci assai lontano a causa di Smirre la volpe: le oche scesero soltanto quando furono sui prati acquitrinosi a sud di Casa Glimminge. Nils trascorse la giornata sulla riva di un piccolo stagno, suonando uno zufolo di canna. Come poteva fare a convincere Akka a condurlo con loro? Il prato paludoso dove le oche pascolavano era cintato da un lungo muro a secco.
Le oche alzarono la testa a loro volta e guardarono nella stessa direzione. Brividi gli correvano lungo la schiena. Strano a dirsi, le oche parevano provare lo stesso suo orrore per i topi: non rivolsero loro la parola e, spariti che furono, scossero le ali come per mondarle dal fango.
Come vede, invece, i grigi sono rimasti, e adesso si radunano per penetrare questa notte nel castello, difeso solo da pochi topi decrepiti che non hanno la forza di andare fino al Kulla. Riusciranno nel loro intento, e io che ho vissuto molti anni con i neri non me la sento proprio di condividere la dimora con i loro nemici.
Gli chiese se avesse inviato un messaggio ai topi neri, ed Ermenrich: — No, a che scopo? Non avrebbero il tempo di ritornare prima che il castello sia preso. Ma Akka era decisa ad aiutare i neri. Akka aveva capito che Ermenrich si faceva beffe di lei, ma poco le importava. Che cosa potevano replicare i ratti neri? Non vedi che mamma Akka e Pollicino sono venuti a salvare il nostro castello? Abbi fiducia in loro, metteranno le cose a posto, puoi starne certo! Rimase un momento immobile, aspettandosi un attacco; ma tutto taceva.
Giunsero senza intoppi al primo piano, che era pieno di frumento, e tuttavia non persero tempo a godersi la vittoria.
Frugarono con prudenza in ogni angolo e, non trovando traccia di nemici, continuarono a procedere sempre con mille precauzioni. E sebbene fossero attirati dal profumo del grano, col massimo ordine ispezionarono la sala di guardia con le grandi colonne, il tavolone di pietra e le posterle dalle quali in tempi antichi si versava il piombo fuso sui nemici. Dei topi neri, ancora nessuna traccia. Perquisito coscienziosamente tutto il castello, i ratti grigi si sentirono tranquilli. Ma avevano appena inghiottito qualche chicco, che nel cortile si fecero udire le note di un piffero.
I ratti alzarono la testa, ascoltarono inquieti, fecero qualche passo come per andarsene, ma poi tornarono a rosicchiare. Di nuovo le stesse note, acute, penetranti. Molti erano rimasti indietro: memori delle fatiche sostenute nella conquista, non volevano ancora andarsene. Ma altre note risuonarono, e questa volta dovettero obbedire. In fretta e furia, urtandosi a vicenda, si lanciarono per gli angusti passaggi nei muri.
In mezzo al cortile, un ometto alto un palmo soffiava nel piffero; attorno, aveva una cerchia di ratti che lo ascoltavano incantati, e a ogni istante nuove schiere si aggiungevano alle precedenti. Chi poteva dire quando e come fosse stato fabbricato quello strumento? Cervi, caprioli, lepri, volpi e gli altri quadrupedi dei boschi, quando il raduno deve aver luogo si mettono in marcia nottetempo per non farsi vedere dagli uomini.
Poco prima che il sole si levi, si raccolgono sulla spianata a sinistra della pista, non lungi dalla punta estrema della penisola. Ma la costumanza vuole che si formino gruppi distinti. Le gru sono abilissime nelle previsioni meteorologiche, e non convocherebbero di sicuro gli altri animali se ci fosse rischio di pioggia.
Si scorgono solo piccole nuvole nere che passano sopra la piana. Finalmente, il signor civetta era giunto ad avvertire che i ratti neri erano tornati, e il piffero di Flammea aveva potuto smettere di suonare.
Il ragazzo, attaccato al collo della cicogna, non aveva mai visto nulla di simile, e nonostante lo spavento provato, dovette ammettere che era stato davvero un bel volo. Al lago Vomb, le compagne di Akka si unirono a loro e insieme proseguirono per il Kulla, andando a posarsi sul poggio di spettanza delle oche. Allo spettatore che non fosse al corrente delle regole, sarebbe parso un esercizio monotono.
Le cornacchie erano fiere della loro esibizione, ma gli altri tirarono un sospiro di sollievo quando fu finita. Una faceva la trottola in bilico su una zampa sola, altre marciavano sulle anteriori. Fu poi la volta dei grandi uccelli di bosco. E ramo per ramo, tutti i galli cedroni presero a imitarlo, rapiti dalla stessa estasi che si propagava a ogni altro animale presente.
Mentre i fagiani gareggiavano con i galli cedroni, accadde qualcosa di inaudito. E gli altri animali scorsero, sulla collina abbandonata dalle oche, Smirre il volpone con un uccello morto tra le zanne. E comparvero gli uccelli grigi vestiti di crepuscolo, dalle ali ornate di lunghe piume fluttuanti, rossi ciuffi sulla testa, le lunghe gambe, i sottili colli sinuosi: scesero la china come se scivolassero, in preda a una vertigine misteriosa.
Al mattino il cielo era chiaro e sereno. Le oche erano salite ad alta quota, regolarmente senza fretta e in ordine perfetto, Akka in testa, le altre in due file oblique. Incapaci di starsene zitte, strillavano di continuo, sul ritmo del loro remeggiare; — Dove sei? Sono qui! Dove sei? Il viaggio era monotono, al punto che le nuvole erano per Nils un piacevole diversivo. Anche le oche selvatiche si rallegravano della pioggia primaverile che ridestava le piante dal sonno e scioglieva il ghiaccio sui laghi.
Avete oziato abbastanza! Non vedete che piove pane e focaccia, pane e focaccia? La pioggia martellava pesantemente le ali delle oche, insinuandosi attraverso le penne esterne ben intrise di grasso, fino a bagnarne la pelle.
Un sentiero lo condusse a una strada maestra fiancheggiata da alberi e case addossate le une alle altre; erano di legno, riccamente decorate, quasi tutte con frontoni scolpiti e verande a vetri colorati; le pareti erano dipinte di colori tenui, le finestre verniciate di rosso, turchino o verde.
Mentre seguiva la strada guardando le case, Nils udiva la gente ridere e chiacchierare nelle stanze calde. Decise di fare prima un giro per la borgata, e quindi di domandare cibo e ricovero. A quante cose non deve rinunciare colui che vive sempre tra gli animali! Come fare per ridiventare un ragazzo? Bentornato, gufo. Sei stato bene? Strano che nelle case non si fossero accorti di lui, tanto forte aveva gridato.
Ma abbiamo visto che le oche avevano puntato verso la zona di Bleking, proprio dove si era rifugiato Smirre. Ma era ancora inverno, la primavera stava appena rinascendo, gli alberi erano nudi, nessuno ammirava le bellezze della riviera. Le oche ritennero che il posto migliore fosse una striscia di sabbia larga appena quanto bastava per posarvisi. Davanti a loro, il fiume muggiva ingrossato dal disgelo; dietro, sorgevano i massi inaccessibili seminascosti dai brulli rami.
Si addormentarono immediatamente, ma Nils non riusciva a chiudere occhio. Ma, come tutte le volpi, non rinunciava facilmente alla preda. Non sei capace di calarti per un pendio? Non desidero di meglio che mostrarti le oche. Che brutto risveglio, per le oche! Akka intanto era volata verso sud in cerca di un altro rifugio. Le oche arrivarono alla Djupafors, la grande cascata che precipita da uno stretto crepaccio frangendosi in una miriade di gocce, schiuma e nebbia.
E fu qui che Akka e i suoi compagni si posarono. Scorse le oche, e per la seconda volta dovette ammettere che non poteva acciuffarle. La lontra non volse neppure il capo a guardarlo. Smirre la seguiva ansioso con lo sguardo, e finalmente la vide arrampicarsi sullo scoglio. La lontra giunse finalmente a riva. Aveva puntato ancora verso sud, passando sulla cittadina di Ronneby, non lontano dal mare, con i suoi stabilimenti balneari, le sue sorgenti termali, i grandi alberghi e le ville.
Le oche si posarono su un balcone, e come al solito si addormentarono subito. Dal balcone, che era esposto a mezzogiorno, vedeva il mare che si insinuava in seni profondi entro la terra, formando isole e penisole di varia forma e grandezza. Il volpone aveva seguito ancora una volta le oche ma, resosi conto che adesso era proprio impossibile raggiungerle, non aveva potuto reprimere un lungo latrato di disappunto. Adesso era la risposta data da Akka alla volpe a tener sveglio Nils: mai avrebbe creduto di sentir dire da qualcuno che era pronto a rischiare la propria vita per lui.
Volavano altissime, e Nils vedeva al di sotto il mare e le molte isole, e gli sembrava tutto strano e irreale. Non poteva che trattarsi di Karlskrona: suo nonno materno era stato marinaio del re e gli aveva parlato del porto, del grande arsenale e delle molte cose che vi si potevano ammirare. Per un istante stette a fissarlo: un tipo atticciato, robusto, il volto largo roseo e fresco, capelli neri e lisci, una gran barba nera, in testa un nero cappello di legno, indosso una palandrana di legno bruno, in vita una cintura di legno nero, ampie brache di legno grigio, calze di legno, stivaletti di legno nero.
Ma riecco i passi pesanti. Dove rifugiarsi? E Nils, che da sotto il cappello sbirciava il re attraverso una fessura, prese a tremare dallo spavento. Mi sembrava diretto al cantiere.
Allora scendete dal vostro piedestallo, seguitemi e aiutatemi a cercarlo. Quattro occhi vedono meglio di due, Rosenbom. In marcia subito!
Non andate ancora a pezzi, Rosenbom. In marcia, dunque. E i due si misero in cammino per le vie di Karlskrona. Spinse il battente col piede ed entrarono. Davanti a loro, un ampio porto suddiviso in bacini da pontili di legno, e i bacini ospitavano le navi da guerra. Su una lunga, stretta lingua di terra che a destra si stendeva lungo tutto il porto, sorgevano alcuni vecchi edifici.
Sia lui che il re preferivano gli antichi bastimenti, sembravano non intendersene troppo di corazzate moderne. Finalmente entrarono in un ampio cortile coperto, sotto un loggiato nel quale erano schierate le polene degli antichi vascelli di linea. Hanno guerreggiato per la gloria della patria. Curiose e indiscrete, fecero mille domande e vollero sapere punto per punto la storia del volpone.
Troverete cibo abbondante e ottima compagnia. Era un buon consiglio, e le oche selvatiche decisero di seguirlo. Tra gli uccelli vi fu scompiglio. Cacciatori in barca! E in mare si vedevano battelli stracarichi di cacciatori che sparavano senza tregua. I primi stormi di uccelli non li avevano avvistati a tempo ed erano passati troppo bassi.
Parecchi corpi scuri caddero, e a ogni uccello ucciso i superstiti lanciavano strida dolorose. Gli uomini non sanno quello che fanno! Era tornato il silenzio; di tanto in tanto, un uccello sfinito dalla fatica gridava: — Non siamo ancora arrivati? Le anatre erano stanche, i colimbi le superarono. State andando verso il Bleking. Nessun altro luogo potrebbe offrire, in tutto il paese asilo migliore agli animali. La spiaggia era bassa, cosparsa di ciottoli e di pozze semicoperte da alghe.
Se la scelta fosse dipesa da lui, mai sarebbe sceso in quel luogo, ma per gli uccelli era un vero paradiso. Di tanto in tanto immergevano testa e collo in cerca di cibo, e quando pescavano un boccone particolarmente ghiotto lanciavano grida che erano come squilli di tromba. Ripeti password. Per maggiori dettagli contattare il servizio clienti. Fisico 0 Digitale 0 Happy card 0. Home Libri Bambini e ragazzi da 10 anni. Leggi estratto.
Salvato in liste dei desideri. Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson. Laura Cangemi Traduttore. Bertil Lybeck Illustratore. Iperborea , Scrivi recensione. Valutazione generale. Titolo recensione. Modifica Conferma. Altri formati e servizi. LIBRO disp. Aggiungi al carrello. Trova in negozio. I was entranced, and tore through the book on that long, rainy afternoon. Then, over the years, I forgot about Nils, until a combination of Sunday, rain, and the search for a good book brought back a faint memory.
Google did the rest, and I was delighted to find that the book is still in print, though hardly a bestseller. Too bad. It's quite brilliant, and while it was originally written to teach Swedish schoolchildren about geography, the descriptions of the places never get in the way of a good story.
It's perfect for your 8 - 10 year old's bedtime reading aloud, though be warned that it contains real peril, death, and something of an education in the hard life of people making a living from the land. It's a book to raise your child's sights, imagination, and IQ. Like most Swedish People I have heard about the story all my life, I even helped setting up a set up with Nils Holgersson om a museum in my teens.
But I have never been interested in reading it because I was so sure the story wasn't for me. But I decided to listen it anyway, and wow I was so blown away by the story. Sat for hours just soaking in the story and it's by far my favorite reading experience. So I wanted to re-read it and I was little scared I wouldn't enjoy it as much. But ofc I Like most Swedish People I have heard about the story all my life, I even helped setting up a set up with Nils Holgersson om a museum in my teens.
One of my favorites! Initially, I found the pace of the book a bit slow, and thought it might be boring. This is one of those. View all 5 comments.
Wonderful fantasy book for children or anyone who has not already read it. I read it several times over the last 70 years. Sometimes its the perspective of a child that gives adults much needed clarity. Without hyperbole, metaphors or euphemisms, this wonderful tale of adventure manages to show the complexity of nature and the abuse nature has gone through in the hands of humans.
He travels a Sometimes its the perspective of a child that gives adults much needed clarity. He travels across the country Sweden on the back of a gander and understands the nature through the eyes of birds. Thw wonderful adventures of Nils is definitely one of the best books I've read this year. To practice French, my uncle Felipe gave me a copy of Nils translated into that language, which I proceeded to translate into Spanish during the next two summers at the age of 12 and I still have the pages where I wrote the translated text.
Apart from some mischief, like systematically translating "oie" by "duck" "goose" sounded bad to me , the translation is quite acceptable. This is the seventh time I've read this book, the first in English translation, because I've usually read it in French or Spanish including my own. Every time I've read it, I've found something new, and I'm amazed at the author's literary abilities. She, by the way, introduced herself as an unnamed character in her own work.
Given that this book was published in and , and that each chapter is dated with the day of the week, the day and the month, but not with the year, I have been able to deduce that the year when Nils Holgersson toured Sweden on the back of a white goose was Cada vez que lo leo, me descubre algo nuevo y me asombra la habilidad literaria de la autora, que incluso se introdujo como personaje aunque sin nombrarse en su propia obra.
The librarian told me the original, full version of this book is too long and uses hard-to-understand older version of Swedish. And it was so worth it.
From a distance, this looks like a children's book about different regions of Sweden. But it doesn't read like a children's book, and it surely doesn't read like a textbook. It's deeper, and darker so much death And it's not centered on the titular character. Sometimes he's part of the story, vivid and believable, sometimes he's just in one sentence at the beginning of the chapter which is a legend or an isolated story by itself.
There are many of them, some with very unexpected endings. I gotta admit, recognizing some of the places or at least having an idea about them helped with being invested into the story, so I would only recommend this book to those with ties to Sweden. But I would recommend it a lot. The "horribly outdated Swedish" is mostly exhibited by odd 'o':s at the end of some verbs, and way more approachable than any Shakespeare I've tried.
The library also had the audiobook in its app, narrated by Holger Calov. Reading and listening at the same time was helpful with some of the composite words. Luckily the app can speed up the speech without affecting the pitch of the voice, so it still sounded awesome.
The second trick I did to grapple with the original was to also check out a full Russian translation from the library Sergei Shtern, While it helped immensely with things like a sentence with five name of different bird species in a row, I can't say I was impressed by the amount of the translator's additions. There were added bits like "As you remember, " — the absence of which I really enjoyed in the Swedish version. There was also something like "Women being women, the whole village knew about it in half an hour".
Again, the author of the original novel didn't make this slight stab at women, the translator did. And the worst parts were about Bataki. In the original, Bataki is a crow. A crow very interested in science, and everything on earth. Helpful, attentive, and kind. In the translation, Bataki is still a crow, but a pretentious, petty, moronic one, who uses complicated words for the sake of using them.
He irritates everyone around him. I cross-checked sentence by sentence, and Bataki just gets whole phrases out of nowhere in the translation. Poor thing. I read this for a Scandinavian Children's Literature class in college surprisingly, one of the best classes I've ever had--thanks Elizabeth for suggesting it. I read several really interesting books in this class and this one is the story of a Swedish boy, Nils, who sees the whole of Sweden and learns about Swedish geography while flying on top a goose.
It was originally commissioned by the National Teachers Association as a geography reader for the public schools. I wish the American school s I read this for a Scandinavian Children's Literature class in college surprisingly, one of the best classes I've ever had--thanks Elizabeth for suggesting it. I wish the American school system did stuff like that. The Wonderful Adventures of Nils was a pleasant surprise for a number of reasons.
I did not expect a great story mostly because in , the Swedish Ministry of Education commissioned Selma Lagerlof to write the adventure as a way to make geography a bit more entertaining for school children.
As a result, I thought the didactic purpose behind the book would result in a didactic story. It was anything but! This is an entertaining story. I did not know the location of places where the adventure tak The Wonderful Adventures of Nils was a pleasant surprise for a number of reasons.
I did not know the location of places where the adventure takes place. Those who do not know Swedish geography should not let their ignorance dissuade them from a great read. It might help to have a map to look at. The story is a morality tale. What is a morality tale? In the Lagerlof story, the chief delight of Nils Holgersson, the boy who forms the center of the work, is to eat and sleep, and after that he likes to make mischief.
He takes great delight in hurting the animals on his family's farm. After an elf shrinks Nils into a small person who is able to talk with animals, they are thrilled to see the boy reduced to their size. While this is happening, wild geese are flying over the farm on a migration north for the spring, and a white farm goose attempts to join the wild ones. In an attempt to salvage something before his family returns, Nils holds on to the bird's neck as it successfully takes off and joins the wild birds.
Off Nils goes on his adventure across Sweden. Knowing that a book is a morality take would prevent many from reading "The Wonderful Adventure of Nils," but this is a good morality tale in part because it is so entertaining. There is danger--mostly from a fox and crows--enchantment and the slow maturation of Nils from a uncouth ruffian into a man. I especially liked two sections, including one where Nils, one night in a grotto on the sea, discovers a mystically beautiful city. It's a vision of Plato's Golden City.
After visiting the city, Nils goes to fetch a friend to show him Elysium, but he discovers that he cannot return to the city. He receives a one-time vision of perfection. Despondent by his loss of paradise, Nils is flown by the geese over a real, dilapidated city, and the boy realizes something: It's better that the mystical city of perfection is shown to only a few fortunates so that it doesn't decay like a real city would.
Moreover, the brief vision of perfection can serve as a guidepost to Nils for life in a world that mirrors the dilapidated city. I also loved a section where Nils discovers an old peasant woman, who has been abandoned by her children.
It's incredibly sad and makes Nils realize how blessed he is. I plan to return to that section in the future when I get down. I enjoyed The Wonderful Adventures of Nils in part because the story emerged from outside the English-speaking world. The Wonderful Adventures of Nils is very unlike many of the other children's classics that I have read in recent times. For one, it moves slowly. Sometimes tiresomely so.
But after a point you realize that the slowness allows you to take in every detail that Selma Lagerlof lays out for you much like the aerial views that Nils is treated to when he rides with the geese above the clouds.
Lagerlof weaves in many delightful Swedish folktales into Nils' adventures, which add great flavour and colour. One of the most impressionable ones for me was where Nils encounters a ghostly town populated by rich, garishly dressed locals. Il prezzo barrato dei libri italiani corrisponde al prezzo di copertina. I libri in inglese in vendita su laFeltrinelli IBS sono di provenienza americana o inglese. In ogni caso potrai verificare la convenienza dei nostri prezzi rispetto ad altri siti italiani e, in moltissimi casi, anche rispetto all'acquisto su siti americani o inglesi.
Disponibile in giorni o settimane ad es. Il prezzo barrato corrisponde al prezzo di vendita al pubblico da parte del Venditore al lordo di IVA e al netto delle spese di spedizione. I costi di importazione, spedizione in Italia ecc. In ogni caso potrai verificare la convenienza dei nostri prezzi rispetto ad altri siti italiani. Genovese C. Accedi Registrati. Accedi con il social che preferisci. Accedi Prosegui come ospite. Accetto termini e condizioni. Prosegui Torna indietro.
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